La Porta della Meraviglia dove transitava la morte a Milano
Lungo via Francesco Sforza in corrispondenza del civico 34 a Milano c’è la Porta della Meraviglia: un portale diroccato e misterioso che ormai non porta più da nessuna parte. Si tratta di una costruzione ad arco, sontuosa anche se decadente, in stile barocco con mattoni a vista e bugnato in pietra.
L’avrete sicuramente notata davanti al Policlinico e ai Giardini della Guastalla. È un portale isolato da tutto il resto, coi margini cadenti e i gradoni di accesso che si bloccano su una grata arrugginita. Sembra che tutto attorno alla Porta della Meraviglia sia scomparso lasciandola come abbandonata. E in effetti è andata proprio così.
L’Ospedale Maggiore o Ca’ Granda
Per contestualizzare la Porta della Meraviglia dobbiamo tornare indietro nel tempo e considerare l’attiguo Ospedale Maggiore o Ca’ Granda, oggi sede dell’Università Statale di Milano.
L’ospedale, uno dei primi edifici rinascimentali a Milano, nasce nel 1456 per volere di Francesco Sforza, Duca della città. Il nuovo Signore di Milano per farsi ben volere dal suo popolo promette e inizia subito a realizzare una grande opera di utilità pubblica. L’Ospedale Maggiore fin dall’inizio ha un suo cimitero interno. Però verso la fine del XXVII secolo si rivela inadeguato e insufficiente per le norme igieniche della struttura. L’antico sepolcreto era posizionato al piano inferiore della cripta posta sotto la chiesa di Santa Maria Annunziata e accolse, pare, le salme di circa 150mila individui deceduti all’ospedale nel corso dei secoli.
La costruzione della Porta della Meraviglia
Ecco perché nel 1697 fu costruito un nuovo cimitero, chiamato “Cimitero dei Nuovi Sepolcri” che corrispondeva all’odierna Rotonda della Besana. Rimase in funzione fino al 1792, anno in cui la legislazione austriaca, per ragioni igieniche, obbligò lo spostamento dei cimiteri al di fuori delle mura cittadine.
Per agevolare il trasporto delle salme dall’ospedale al nuovo cimitero fu quindi edificata una porta che si apriva proprio in direzione della nuova strada.
Di fronte alla porta fu poi costruito il Ponte dell’Annunziata che scavalcava il Naviglio della cerchia interna e conduceva in direzione del cimitero. In questo modo i cadaveri dall’ospedale transitavano velocemente lungo quella che oggi si chiama via San Barnaba. Costeggiando i Giardini della Guastalla giungevano fino al cimitero in corrispondenza della Rotonda della Besana.
La demolizione del ponte dell’Annunziata
Il ponte non esiste più. Fu demolito nel 1930 quando vennero coperti i navigli. Le sponde laterali di accesso al ponte stranamente si salvarono e furono posizionate a fianco della Porta della Meraviglia dove possiamo vederle ancora oggi.
Sono brandelli di passato che giacciono ai margini di una strada che un tempo era un corso d’acqua. Chissà quante mani si appoggiarono su quelle balaustre nell’atto di dare l’estremo saluto ad un proprio caro. Quante donne e uomini vi si appoggiarono nella disperazione della perdita della persona amata!
Porta della Meraviglia o della morte?
A guardarla oggi questa porta sopravvissuta, che ancora si erge fiera in mezzo al traffico di città, fa venire i brividi. Quanti morti vi sono transitati, quante vite finite. E allora viene spontanea una domanda: perché chiamarla Porta della Meraviglia quando, per quanto bella ed elegante, celebrava la morte?
Désirée Coata
Se amate le curiosità storiche questo articolo fa per voi:
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Beh, tra le due opzioni… pensandoci bene… direi che è sicuramente meglio “porta della meraviglia!”
Lo penso anch’io Giuliano. Ad esorcizzare la morte serve un po’ di meraviglia! Grazie
D
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