Una chiesa antichissima sottoterra: la cripta di San Sepolcro a Milano
Nel cuore della vecchia Milano, dove un tempo c’era il foro romano, si trova la cripta di San Sepolcro, una chiesa ipogea straordinaria. Esploriamo insieme una Milano sotterranea che ancora conserva l’eco di un passato affascinante! Nella cripta di San Sepolcro è racchiusa una storia remota, entrarvi è come viaggiare indietro nel tempo.
La cripta è un posto silenzioso, piuttosto buio e sotterraneo che rimanda alla morte e all’inquietudine claustrofobica suscitando spesso sensazioni contrastanti. Scendendo le scale per raggiungere la cripta ho provato ammirazione, curiosità e fascinazione per l’atmosfera ferma nel tempo quasi magica che ho subito avvertito.
Le origini della cripta
La cripta di San Sepolcro fu costruita come chiesa privata attorno al 1030 da un certo Rozzone, monetiere e maestro di zecca. Pochi anni dopo, nel 1036, l’allora arcivescovo Ariberto d’Intimiano la consacrò dedicandola alla Santissima Trinità. Proprio in questo quadrilatero dove oggi ci sono la Biblioteca Ambrosiana e la Chiesa di San Sepolcro, sovrastante la cripta, in epoca romana sorgeva il foro. Era esattamente il centro pulsante della città con il tempio dedicato alla dea Moneta e la zecca.
Il 15 luglio 1100, in occasione dell’anniversario della conquista di Gerusalemme da parte dei crociati milanesi, l’arcivescovo Anselmo IV da Bovisio riconsacrò la chiesa dedicandola al Santo Sepolcro. D’altronde fin dalla sua fondazione, nella sua parte sotterranea era stata posta proprio una copia del sepolcro di Cristo.
La pavimentazione della cripta di San Sepolcro
Fate molta attenzione ai vostri passi, perché state camminando nella storia. C’è infatti un particolare di grande rilevanza che non potete ignorare durante la vostra visita. I costruttori della primitiva chiesa usarono per la pavimentazione un certo numero di lastroni levigati in marmo bianco di Verona che avevano trovato sul posto. Forse non sapevano che si trattava di blocchi di pietra provenienti dall’antico lastricato romano del IV secolo. Così il cuore della cripta di San Sepolcro è diventato un prezioso scrigno che conserva ancora oggi una delle più antiche testimonianze della città. Camminare su quelle stesse pietre che 1700 anni fa furono calpestate da Sant’Ambrogio, da Sant’Agostino e dall’imperatore Teodosio, regala un brivido storico unico.
Ammetto di aver passeggiato sul lastricato a lungo con gli occhi bassi per coglierne i particolari, i solchi, gli avvallamenti. A ben guardare si possono riconoscere quello che dovrebbe essere un antico solco di una ruota di carro e un fossile di ammonite inglobato da tempi preistorici.
Gli affreschi nella cripta di San Sepolcro
Ma, oltre a far attenzione a dove si cammina, occorre guardare all’insù e godere degli straordinari affreschi e delle volte stellate. Sui muri consunti dal tempo appaiono vividi affreschi che risalgono a varie epoche.
Le volte cosparse di stelle e decorazioni a rosette si ispirano probabilmente alla decorazione originaria del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
All’ingresso c’è la celletta funebre che custodisce le spoglie di Cornelia Lampugnani Rho, vedova aristocratica devota agli Oblati di San Sepolcro, che venne sepolta qui nel 1620. Si può distinguere sulla sinistra un affresco raffigurante la Cena in casa di Simone (1277).
Accanto spicca l’affresco dei Tre Santi. Al centro possiamo distinguere San Giovanni Battista, a sinistra Maria Maddalena, a destra Sant’Elena, o forse, si dice, Santa Caterina d’Alessandria (1291-1295). A fianco possiamo vedere la Crocefissione con la Madonna e San Giovanni.
Bellissima anche la cappella mariana con la Madonna con il bambino e i santi Giovanni Battista e Rocco. Sulla volta c’è la decorazione di un cielo notturno colorato di blu scuro con il sole al centro.
La volta dell’abside è molto suggestiva con stucchi e angeli che risalgono al 1580 circa.
La statua di San Carlo Borromeo e il sepolcro
Al centro della cripta si nota subito una grande statua ammantata di rosso protetta da una grata. Si tratta di San Carlo Borromeo e quello che adora a mani giunte è una copia del santo sepolcro di Cristo. Secondo la tradizione si dice che contenga la terra prelevata dalla Terrasanta durante le Crociate e altre importanti reliquie.
San Carlo Borromeo, il grande vescovo riformatore della Chiesa Ambrosiana, ebbe particolare devozione per la chiesa di San Sepolcro. Egli la definiva “ombelico della città”, consapevole del fatto che essa sorgeva sull’antico centro di Milano. La scelse come luogo di preghiera personale. Pare vi si recasse a pregare regolarmente ogni mercoledì e venerdì pomeriggio. Si narra inoltre, che spesso trascorresse notti intere in orazione nella cripta, davanti al simulacro del sepolcro di Cristo. Ecco perché a seguito della sua canonizzazione, venne posta una statua in terracotta di San Carlo Borromeo proprio in atteggiamento di adorazione davanti al sepolcro.
Leonardo Da Vinci e la cripta
Leonardo da Vinci, che trascorse quasi venti anni a Milano alla corte di Ludovico il Moro, visitò più volte la cripta di San Sepolcro. Egli disegnò un quadratino che indicava la chiesa di San Sepolcro come vero mezzo di Milano, ossia il vero centro sulla mappa della città. Il prezioso disegno è conservato nel Codice Atlantico ancora oggi visibile nella Biblioteca Ambrosiana.
La Cripta di San Sepolcro è certamente un luogo unico che vale la pena di visitare. Ha riaperto al pubblico nel 2016, dopo ben cinquant’anni di chiusura, ed è stata oggetto di un lungo restauro durato fino al 2019. La cripta di San Sepolcro è testimonianza di devozione e sito archeologico importantissimo per Milano, concedetevi presto l’emozione vibrante e misteriosa di una visita.
La cripta di San Sepolcro si trova in piazza San Sepolcro a Milano, vi si accede dal cortile all’uscita della Pinacoteca Ambrosiana, sul lato sinistro dell’omonima chiesa.
Désirée Coata
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