Cariatidi sui palazzi di Milano

30/10/2023

Tra i palazzi sontuosi e le dimore storiche di Milano possiamo spesso scorgere romantiche e sinuose cariatidi o statue femminili con funzione decorativa che spesso sembrano far da sostegno alle architetture sovrastanti. Milano ne offre esempi bellissimi.

Ma prima di scoprire dove vedere alcune bellissime cariatidi a Milano, ecco una breve spiegazione a proposito di questi elementi decorativi che hanno origine antichissima.

Che cosa sono le cariatidi?

Le cariatidi sono statue femminili utilizzate come elemento decorativo o con funzione di sostegno al posto delle colonne. Ci sono varie ipotesi per spiegare l’origine del nome cariatide. Secondo l’architetto romano Vitruvio, il nome deriva dal greco karyatis, ossia donna di Karyes, una città del Peloponneso distrutta durante le guerre tra Greci e Persiani. Pare che le donne di questa città abbiano fornito appoggio ai Persiani e siano per questo state punite dagli Ateniesi con la riduzione in schiavitù. Gli architetti greci le avrebbero quindi raffigurate come a portare il peso degli edifici per ricordare questo evento.

In realtà l’architettura greca già le raffigurava nel secolo precedente. Le più celebri, che ancora oggi si possono ammirare sull’acropoli di Atene, non sembrano però mostrare un atteggiamento affaticato, ma piuttosto di fierezza. Si pensa quindi che l’appellativo di cariatidi si possa riferire alle korai, celebri fanciulle danzanti.

Le cariatidi furono ampiamente usate per decorare ville e templi romani e continuarono ad essere numerose nel Seicento e nel Settecento, fino al periodo del più recente stile liberty.

Nella lingua italiana, “essere una cariatide” significa essere una vecchia che se ne sta immobile con postura cadente, una persona d’altri tempi piuttosto passiva e ferma nel suo pensare.

Vediamo adesso alcuni esempi di splendide cariatidi sui palazzi di Milano.

Le cariatidi colossali dell’Ex Seminario Arcivescovile

Corso Venezia 11, Milano

©Désirée Coata

Il Seminario Arcivescovile, voluto da Carlo Borromeo e iniziato nel 1565, presenta un mastodontico portale su Corso Venezia. Resta attivo fino al 2002 quando i seminaristi si trasferiscono nella sede di Venegono, dopodiché rimarrà chiuso e sconosciuto ai più per vent’anni.

Nel 2022, dopo un lungo intervento di riqualificazione, viene aperto a tutti i cittadini come la nuova Piazza del Quadrilatero. Uno spazio ampio ben 2800mq che ospita il luxury Hotel Portrait e il bar ristorante 10_11-Portrait Milano, oltre ad una serie di boutique e locali alla moda sotto il suo porticato elegante.

Il passeggio può iniziare al civico 10 di via Sant’Andrea, attraversare il grande quadrilatero porticato fino ad uscire sotto al portale monumentale sito in corso Venezia. Quest’ultimo, datato 1630, presenta due gigantesche cariatidi e tutta la magnificenza del barocco ad opera di Francesco Maria Richini. Le cariatidi rappresentano probabilmente una la Pietà (o la Carità, o la Teologia) e l’altra la Speranza (o la Sapienza, o la Filosofia). Sono sormontate da due mascheroni grotteschi e in centro si legge la scritta in ferro battuto, motto della famiglia Borromeo, Humilitas.

Il portale è davvero spettacolare per grandezza e impatto visivo.

Palazzo della Banca d’Italia

via Cordusio 5, Milano

©Désirée Coata

Sull’edificio in stile eclettico della Banca d’Italia, realizzato da Luigi Broggi nel 1907, si possono ammirare quattro cariatidi eleganti affiancate da due coppie di colonne. Sono ispirate a quelle dell’Eretteo dell’Acropoli di Atene e hanno vesti molto drappeggiate. La resa della facciata ad angolo è decisamente monumentale.

Le cariatidi perdute della Sala delle Cariatidi

Palazzo Reale, piazza del Duomo 12

All’interno di Palazzo Reale c’è una sala grandiosa realizzata da Giuseppe Piermarini nel 1778. Un tempo si chiamava Sala degli Specchi ed era così sontuosa da ospitare gli eventi più eleganti dell’epoca, i grandi balli, le cerimonie prestigiose e le visite dei capi di stato internazionali.

Il soffitto era completamente affrescato, le pareti decorate con dipinti e stucchi. Dall’alto calavano enormi lampadari di cristallo e a terra si estendeva un luccicante pavimento di marmo su cui volteggiare in valzer patinati. Ma il particolare più spettacolare era che lungo tutto il perimetro c’erano tantissime cariatidi protese.

Il 15 agosto 1943 una bomba anglo-americana cadde sull’ala est del palazzo. Lo spostamento d’aria e la potenza di fuoco fu tale da sventrare ogni sala e i sottotetti presero fuoco. Il meraviglioso soffitto della Sala degli Specchi si frantumò a causa dell’eccessivo calore e la volta precipitò sul pavimento. L’incendio, prima di placarsi, distrusse ogni dipinto, decapitò le cariatidi e consumò ogni decorazione.

La sala rimase scoperchiata e in balìa delle intemperie per 4 anni, fino al 1947 quando venne ricostruita una copertura. Non si fecero altri interventi. La sala, ancora oggi, è rimasta come il fuoco l’aveva distrutta, a testimoniare la violenza della guerra in memoria delle generazioni future.

Solo nel 2000 venne ripulita dalla fuliggine della combustione e furono aggiunti dei bozzetti a disegno sul soffitto a ricordo delle antiche decorazioni.

La luccicante Sala degli Specchi divenne così la Sala delle Cariatidi.

Le cariatidi visibili, quindi, sono deturpate e decadenti, hanno perso i loro contorni originali, ma proprio per questo rendono il salone di una bellezza insolita e nostalgica.

La Sala delle Cariatidi non è sempre visitabile, ma apre al pubblico in occasione di eventi e soprattutto di mostre d’arte. Un luogo davvero unico e suggestivo dove l’eco degli antichi fasti risuona ancora forte tra le mura decadenti.

Villa Faccanoni e le cariatidi scostumate

Via Michelangelo Buonarroti 48, Milano

Villa Faccanoni fu costruita tra il 1912 e il 1914 dall’ingegner Faccanoni su progetto dell’architetto Giuseppe Sommaruga. Le due statue femminili semisvestite che vediamo non sono propriamente delle cariatidi. Infatti, non sembrano sostenere, ma piuttosto appaiono adagiate in pose voluttuose sulla facciata del palazzo.

le cariatidi irriverenti di Villa Faccanoni
©Patrizia Ghezzi

Le due statue, inizialmente collocate a Palazzo Castiglioni in corso Venezia 47, avevano destato scalpore e attirato gli sguardi dei voyeur e le critiche dei bigotti. Il palazzo si guadagnò per questo motivo lo sgradevole appellativo di “Ca’ di Ciapp” (ossia Casa delle chiappe). L’opera che avrebbe dovuto essere considerata l’esempio di casa liberty d’eccellenza per la città, venne considerata invece la più sfacciata e irriverente dai benpensanti. Per questo motivo, il Sommaruga le fece rimuovere dal palazzo e le riutilizzò tempo dopo per incorniciare una delle entrate laterali della villa che dal 1949 è la Clinica Columbus.

Casa Campanini le sue romantiche cariatidi

Via Bellini 11, Milano

©Désirée Coata

Questa casa è un vero e proprio gioiello del liberty milanese. Fu commissionata dai fratelli Galimberti all’architetto Alfredo Campanini che la edificò tra il 1904 e il 1906 come sua residenza. Poco distante dal Quadrilatero del Silenzio a Milano, Casa Campanini spicca per il suo ingresso ingentilito da due grandi cariatidi in cemento, opera di Michele Vedani, un po’ consunte dal tempo. Le sculture trasmettono un senso di romanticismo struggente e l’intera casa, con le decorazioni in ferro battuto e i fregi, è magnifica da vedere.

Le cariatidi nel cortile di Palazzo Diotti

Corso Monforte 31, Milano

telamoni e cariatidi nel cortile d'onore di palazzo Diotti
©Adelfa Lanfranchi

Infine voglio raccontarvi l’ultima chicca su cariatidi e telamoni tutti insieme appassionatamente nella corte interna di un palazzo nobile a Milano, abitato per solo vent’anni dal suo proprietario.

Si tratta di Palazzo Diotti che prende il nome dal nobile che lo volle ristrutturare come sua residenza, nel 1782, su un’area risalente al 1500 dove sorgeva il Collegio dei Padri Somaschi. In seguito ad un tracollo finanziario che trascinò il Diotti in rovina, il palazzo andò allo stato ed ebbe funzione pubblica. 

L’edificio oggi è conosciuto anche come Palazzo della Prefettura. Il Cortile d’Onore è molto scenografico perché completamente attorniato da cariatidi e telamoni che decorano tutto il perimetro al secondo piano.

Essendo sede della Prefettura, solitamente il palazzo è chiuso al pubblico, ma potrete approfittare delle aperture eccezionali durante le Giornate del Fai.

©Adelfa Lanfranchi

Se vi è piaciuto viaggiare con me tra le gigantesche donne scolpite sui palazzi milanesi, fatemelo sapere nei commenti. Sarò felice di leggere le vostre segnalazioni di altri palazzi di Milano con cariatidi per aggiornare il mio articolo grazie al vostro contributo.

Désirée Coata

Se volete scoprire i corrispondenti maschili delle cariatidi, potrebbe interessarvi il mio articolo sui TELAMONI

Dov'è?


2 Risposte “Cariatidi sui palazzi di Milano”

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