casa degli omenoni e i suoi telamoni

Telamoni sui palazzi di Milano

30/10/2023

Tra gli edifici storici e le dimore di Milano si possono vedere talvolta possenti o più gentili telamoni. Spesso queste figure maschili, poste all’ingresso dei palazzi, conferiscono un aspetto sontuoso e nobile. A Milano non sono tantissimi i telamoni che si possono ammirare, ma proverò qui a fornirvi alcuni esempi.

Prima di scoprire insieme i telamoni sui palazzi di Milano, vi ricordo che cosa sono esattamente.

Che cosa sono i telamoni?

I telamoni sono i corrispondenti maschili delle cariatidi. Anch’essi utilizzati con funzione decorativa o di sostegno. La parola telamone contiene al suo interno la radice “tel” che in greco significa “sopportazione”.

Sinonimo di telamone è Atlante che nella mitologia greca sorreggeva la volta celeste. L’origine dei telamoni è da far risalire allo stesso periodo dell’antica Grecia delle cariatidi. In epoca romana saranno utilizzati per rappresentare gli sconfitti. In seguito, molto diffusi nelle architetture del Rinascimento e del Barocco, ne possiamo ancora ammirare esempi straordinari.

Ed ora vediamo qualche palazzo sul quale poter ammirare i telamoni a Milano.

I celebri telamoni di Casa degli Omenoni

Via degli Omenoni 3, Milano

Telamoni sulla casa degli omenoni
©Katia Gatti

Palazzo Leoni-Calchi è conosciuto a Milano come Casa degli Omenoni proprio per la presenza di telamoni o “omoni” sulla sua facciata. È forse l’edificio più famoso per ammirarli perché ce ne sono ben 8 giganteschi e un po’ consunti dal tempo in atteggiamento di resa e rassegnazione, lungo tutto il piano terra della facciata. A pochi passi dal Teatro alla Scala e dalla deliziosa Piazza Belgioioso, la Casa degli Omenoni è tra le più antiche di Milano e il suo fascino si nota subito.

Lo scultore Leone Leoni giunge a Milano nel 1542, dopo aver soggiornato per un paio d’anni a Genova, in seguito alla sua fuga da Roma per aver ferito in una rissa un tesoriere del Papa. Impegnato al servizio di Carlo V D’Asburgo, poi incaricato incisore imperiale alla Zecca, acquista la proprietà nel 1549. Qualche anno dopo, nel 1565, ne avvia la ristrutturazione facendone abitazione sua e del figlio Pompeo. Negli anni, entrambi da esperti collezionisti d’arte, raccolgono tante opere dei maggiori artisti dell’epoca. Molte purtroppo andranno disperse, ma altre, tra le quali perfino il Codice Atlantico di Leonardo, finiranno alla Pinacoteca Ambrosiana.

Ma chi rappresentano questi omoni tristi e contriti con le braccia conserte e lo sguardo basso? I colossi sarebbero i barbari sconfitti dai Romani, sopra le loro teste sono indicate le stirpi alle quali appartengono. Probabilmente furono disegnati da Leone e realizzati in pietra da Antonio Abbondio, detto l’Ascona, scultore lombardo non troppo noto. Una particolarità da notare nel fregio centrale è il rilievo della Calunnia sbranata dai leoni, con chiaro riferimento al nome dei proprietari.

Sopra il portone di ingresso si legge ancora il vecchio numero civico 1722, attribuito al palazzo secondo la numerazione concentrica in uso durante la dominazione austriaca.

Nel 1929 gli interni del palazzo vengono ristrutturati dal celebre architetto dell’epoca Piero Portaluppi. La dimora diventa sede del Clubino, un circolo per gentiluomini tuttora esistente.

Una tappa imperdibile se vi trovate in centro e volete stupirvi di fronte a questa dimora che ancora oggi ci suggerisce quanto importante dovesse essere all’epoca. La via sempre piuttosto tranquilla vi regalerà uno scorcio unico.

Palazzo Bocconi-Rizzoli-Carraro, Fondazione Rovati

Corso Venezia 52, Milano

telamoni di palazzo fondazione Rovati a Milano
©Désirée Coata

Il bel palazzo neoclassico, un tempo residenza della Famiglia Rizzoli, fondatrice della famosa casa editrice, appartiene oggi alla Famiglia Rovati. È sede dell’omonima fondazione intitolata al medico e ricercatore Luigi Rovati. Dal 2022 ospita il Museo di arte etrusca e contemporanea. Ci sono il Caffè Bistrot e il Ristorante dello chef stellato Andrea Aprea.

Ad accogliere i visitatori ci sono quattro telamoni fieri e seri. Uno si porta le mani alla testa e al collo quasi fosse indolenzito dal peso della balaustra sovrastante. L’altro invece sembra impassibile con le braccia conserte e lo sguardo all’orizzonte. A destra, uno sembra ritrarsi in un atteggiamento di sdegno e orgoglio e il quarto con una mano sorregge la veste e con l’altra si ripara il capo. Nel complesso rendono l’ingresso sontuoso e movimentato al tempo stesso.

Palazzo Borgazzi e i quattro telamoni guardiani

Corso di Porta Vittoria 16, Milano

telamoni all'ingresso di Palazzo Borgazzi a Milano
©Désirée Coata

Il palazzo costruito nel 1829 ha una sobria facciata neoclassica con quattro telamoni seriosi e contriti che sembrano sorvegliare l’ingresso. Due di loro hanno le braccia al petto, uno le tiene un po’ più basse e l’altro ancora incrociate lungo un fianco. Le loro pose ed espressioni sono imperscrutabili e possono suggerire freddo, pudore, rassegnazione, sottomissione, fierezza. Ciascuno di noi può leggerci quel che più gli aggrada, ma la sensazione trasmessa è sempre di grande eleganza.

Casa Broggi e i telamoni voltati

Via Meravigli 2, Milano

telamoni a casa Broggi
©Désirée Coata

L’edificio a sei piani di fine Ottocento che si staglia imponente all’angolo di via Dante con via Meravigli e si affaccia su piazza Cordusio, era la residenza dell’architetto Luigi Broggi. Un tempo qui si trovava la chiesa di San Nazaro in Pietrasanta, demolita nel 1888 durante le opere di rinnovo dell’intera area e la costituzione di piazza Cordusio.

Curiosamente alcuni dei 12 telamoni che sorreggono la balconata sono voltati e danno la schiena in una posa assai bizzarra. Questi atlanti appaiono certamente più affaticati e ricurvi rispetto ai precedenti.

Gli anomali telamoni-fauni di via della Guastalla

Via della Guastalla 15, Milano

©Désirée Coata

Decisamente fuori contesto e strano appare questo bel portale in marmo con due grandi satiri (o fauni) affiancati da Adamo ed Eva e da due bambini a cavallo di strane creature. Non si tratta infatti di telamoni tradizionali, ma sembrano comunque sorreggere l’architrave sormontato da due putti. Ci sono due scritte ai loro piedi: “Aqua vivimus” e “Ut vivas vigila”, ossia “Viviamo d’acqua” e “Vigila per vivere”.

Pare che questo portale sia appartenuto ad una villa napoletana del Settecento demolita e sia stato portato a Milano dall’architetto Luigi Maria Caneva.

I telamoni di Palazzo Mellerio

Corso di Porta Romana 13, Milano

I telamoni di Palazzo Mellerio li ho scoperti per puro caso. Sono piuttosto piccoli e collocati così in alto che sfuggono facilmente. Rispetto alla media, questi sembrano di fattezze giovani, senza barba e con corpi più longilineii. Sorreggono il cornicione dell’ultimo piano e abbelliscono ancor più le linee di questo splendido edificio che vorrebbe essere neoclassico ma ha ancora molti elementi del barocco.

La Chiesa di San Raffaele e le teste mozzate dei telamoni

via San Raffaele 3, Milano

©Désirée Coata

Scopriamo ora non propriamente dei telamoni anche se la loro funzione è la stessa: delle grandi e impressionanti teste!

La chiesa di San Raffaele è una delle sei chiese minori che circondavano il Duomo e che sono scomparse nel corso dei secoli. Risale ad un’epoca compresa tra il ‘500 e il ‘600, mentre l’ordine sovrastante è stato aggiunto alla fine dell’Ottocento.

La facciata appare un po’ soffocata dai palazzi attigui, ma la presenza di enormi teste maschili barbute la rende davvero unica. Se ne contano ben 12 frontali e di profilo. Mi hanno sempre dato l’impressione di telamoni decapitati.

Se vi è piaciuto viaggiare con me tra le sagome dei telamoni di Milano e magari ne avete altri da suggerirmi, lasciate un commento. Aggiornerò l’articolo anche grazie al vostro contributo.

Désirée Coata

Se volete scoprire le corrispondenti femminili dei telamoni, potrebbe interessarvi il mio articolo sulle CARIATIDI

Dov'è?


Una risposta “Telamoni sui palazzi di Milano”

  1. Pingback:Cariatidi a Milano - Milano Per Me

Il tuo indirizzo non sarà pubblicato.