Enzo Isola, il delitto nel garage di via Morigi a Milano
Alla fine degli anni ’80 viene ucciso il noto imprenditore Enzo Isola, un delitto inspiegabile che si consuma in un garage di via Morigi, nel cuore delle Cinque Vie a Milano. Un fatto misterioso, accaduto in un’abitazione signorile e rimasto tuttora senza colpevole.
È la sera del 26 gennaio 1988. Enzo Isola è in ritardo e la moglie è piuttosto preoccupata non vedendolo rincasare alla consueta ora di cena. Lo troverà poco dopo riverso in una pozza di sangue nel garage di casa, freddato da due colpi di pistola alla testa.
Chi è Enzo Isola
Enzo Isola, ricco proprietario di una florida azienda che fabbrica pannolini, ha 72 anni ma ne dimostra molti meno. È un brillante Casanova e intrattiene diverse relazioni extraconiugali tradendo senza scrupoli la moglie. Ogni giorno guida fino alla sede della sua azienda a Garlasco, in provincia di Pavia: un capannone bianco disperso nella pianura di risaie della Lomellina. Un tempo creava calzature a Vigevano, poi gli affari vanno male e in età già avanzata si reinventa con una macchina fabbrica pannolini che sta avendo un enorme successo.
Lavora insieme al figlio Franco che però è semiparalizzato su una sedia a rotelle a causa di un brutto incidente di gioventù. Sta per lasciare parte dell’azienda a lui ritirandosi definitivamente. Ha già venduto tutte le quote per una grossa somma di denaro da lasciare in eredità ai figli. Una parte per Vanna, sua figlia, e altre due parti per Riccardo e Niki, figli della moglie. Ha già ricevuto un assegno di 400 milioni di lire in anticipo che si trova in una cassetta di sicurezza.
Maria Teresa Scanziani, detta Susy, è dieci anni più giovane di lui. Appariscente biondo platino, indossa un visone e gioielli e litiga spesso con Enzo a causa dei suoi comportamenti fedifraghi.
I coniugi abitano in un appartamento stupendo su due piani in via Morigi 2/4 a Milano.
I fatti
Quel giorno, il 26 gennaio 1988, Enzo esce dal suo capannone di Garlasco all’ora di pranzo. Dice alla segretaria di dover passare da alcuni clienti, poi si rifà vivo dal radio telefono dell’auto verso le cinque del pomeriggio.
Alle 19,00 non è ancora rientrato a casa e la moglie preoccupata chiama alcuni dipendenti per sapere dove sia il marito. Verso le nove decide di scendere in garage con l’ascensore interno che dall’appartamento porta direttamente ai box. La porta è chiusa e lei la apre con la chiave facendo la tragica scoperta.
Enzo è a terra con la testa in un lago di sangue tra la Golf e la Volvo di proprietà. È stato freddato con due colpi calibro 22 sparati a bruciapelo dietro l’orecchio destro. Il delitto di Enzo Isola fa scalpore e tutta la Milano bene inorridisce e si interroga.
Le indagini
La moglie Susy è subito la principale indiziata. Si viene a conoscenza delle tensioni che correvano tra i due. Susy è stata spesso piuttosto violenta con il marito e si suppone quindi un movente di gelosia. Susy però si sottopone spontaneamente alla prova del guanto di paraffina, una tecnica di scienza forense, che la scagiona completamente. In assenza di altre prove e soprattutto di metodi scientifici sofisticati come quelli odierni, Susy viene rilasciata.
Altre ipotesi investigative riguardano la possibilità di un omicidio a scopo di rapina o di un regolamento di conti. Strano è però che Enzo giaccia a terra morto con ancora al polso il suo orologio da trenta milioni di lire e la valigetta, che stava estraendo dal baule dell’auto, con all’interno mezzo milione di lire in contanti. Pertanto, l’ipotesi della rapina appare piuttosto improbabile.
Vengono percorse anche altre piste passionali e si svolgono interrogatori vari nei confronti delle presunte amanti, ma non si arriverà a nessuna ipotesi di colpevole.
Le stranezze nel delitto di Enzo Isola
Attorno a questo delitto apparentemente inspiegabile ci sono alcune stranezze, come tasselli di un puzzle che non riescono ad andare a posto.
- La pistola, arma del delitto, non sarà mai ritrovata.
- Il radiocomando con il quale aprire le porte del garage verso strada, non sarà mai ritrovato. Come se il killer si fosse premurato di sottrarlo a Enzo per garantirsi la fuga. Eppure, esisteva un pulsante che dall’interno permetteva l’apertura del cancello senza l’uso del radiocomando. Possibile che l’omicida, che già si trovava presumibilmente nel garage, non lo avesse considerato?
- Enzo Isola è stato aggredito alle spalle, questo è certo. Ma nel garage non ci sono zone d’ombra dove l’assassino potesse appostarsi o colonne dietro le quali nascondersi. La porta che dall’appartamento conduce ai garage dista più di una dozzina di passi da dove è stato aggredito l’imprenditore. Se il killer fosse arrivato da lì, anche se la moglie sostiene che la porta era chiusa, Enzo non sarebbe stato colto di sorpresa.
- Un’altra stranezza inspiegabile è che il corpo è stato trascinato per un certo tratto ed è stata gettata della segatura sul sangue fresco da un mucchietto che era presente in un angolo, probabilmente per dei lavori in corso.
- Inoltre, uno dei due bossoli, come è naturale aspettarci, si trova vicino al cadavere. L’altro invece è a terra molto distante, in corrispondenza del corridoio che conduce alla porta per gli ascensori. Strano, visto che i colpi sono stati sparati a distanza ravvicinata.
Mi viene da supporre che l’assassino fosse in macchina al suo fianco e una volta in garage sia accaduto qualcosa di improvviso o forse premeditato. Ma come mai nessuno nello stabile o nel quartiere ha sentito gli spari?
Quello di Enzo Isola è un altro sconvolgente e inspiegabile delitto a Milano destinato a rimanere irrisolto.
Désirée Coata
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